Il termine Staffordshire evoca ondulati campi verdi, boschi e dolci colline, cavalli e lenti ruscelli, pace e tranquillità, la campagna inglese. Per molti appassionati e collezionisti Staffordshire vuol dire anche e soprattutto ceramica, una delle produzioni più affascinanti della ceramica inglese fra il ‘700 e ‘800. Non certo una ceramica ricca, sofisticata, “importante”, ma una produzione destinata ad abbellire le case della middle class emergente, ad ornare i caminetti e i soggiorni, dal gusto un po’ rustico, talvolta popolano, con le figure, i volti abbozzati, imprecisi, indefiniti. Più note e diffuse sono le statue da camino, ma la produzione Staffordshire comprende anche brocche, tobies, i tradizionali versatoi antropomorfi, placche decorative e oggetti con le più diverse funzioni, porta stoppini per il camino, porta fiori, porta orologio.
Le prime produzioni sono della fine del settecento ma la loro diffusione e le produzioni su più larga scala sono dell’ottocento, sia in epoca pre vittoriana che vittoriana. L’area di produzione, da cui il nome, è quella dello Staffordshire, regione ad est di Birmingham che ha come capoluogo la cittadina di Stafford. Ben presto il successo delle figure Staffordshire porta ad allargarne la produzione anche nelle regioni limitrofe, fino alla lontana Scozia. Si contano circa un centinaio di produttori, che introducono varianti di colore di forme e di tecniche mantenendo però inalterato il gusto e la filosofia di base.
Staffordshire non è quindi il nome di una marca di ceramiche erroneamente usata per definire uno stile, come ad esempio Wedgwood per indicare le produzioni di ceramiche neoclassiche con lavorazione a cammeo, ma il nome di uno “stile”, di svariate produzioni di ceramiche con il medesimo “gusto”, ma con centinaia di sfumature diverse.
Le figure Staffordshire possono rappresentare singoli soggetti o gruppi e composizioni complesse, diverse sono anche le dimensioni, da pochi centimetri di altezza per i pezzi più piccoli, fino ai trenta quaranta centimetri degli esemplari più grandi. Ma forse uno degli aspetti più interessanti, che rende le figure Staffordshire degli oggetti di culto per molti collezionisti, è il loro stretto rapporto con la storia e la cultura locale: i soggetti rappresentati sono sempre, o quasi sempre personaggi contemporanei, protagonisti della cronaca locale, giudiziaria, dei grandi avvenimenti mondani, degli avvenimenti storici rilevanti. Una vera e propria “iconografia dell’attualità”, nel solco della tradizionale e talvolta morbosa idolatria per i personaggi famosi tipica del mondo anglosassone.
In un periodo in cui non esisteva ancora l’immagine fotografica e la stampa, all’inizio dell’ottocento e ancor più quando nell’ottocento la stampa e l’immagine si diffondono, le figure Staffordshire rappresentavano qualcosa di molto simile alle nostrane copertine del corriere illustrato, o agli odierni rotocalchi di attualità.
I soggetti più diffusi sono quindi quelli che oggi potremmo definire soggetti storici: politici, rappresentanti della casa reale inglese ma anche reali stranieri, specie se recatisi in visita in Inghilterra, militari, ovviamente generali ma anche eroi di guerra, della guerra di Crimea ad esempio ma anche delle guerre di indipendenza italiane, Garibaldi e Vittorio Emmanuele. Molto diffusi sono tutta una serie di eroi ed eroine popolari, protagonisti di struggenti e coinvolgenti avvenimenti di cronaca, salvataggi, vendette in nome dell’onore offeso, paladini contro gli usurpatori e i lestofanti, (Rob Roy McGregor, Robin Hood) ma anche protagonisti di leggende e fiabe popolari come cappuccetto rosso o di storie d’amore contrastate. Non mancano i soggetti religiosi e le rappresentazioni sacre, talvolta in relazione ad eventi di cronaca, apparizioni o cerimonie, ma più spesso figure di santi e di prelati. Particolare interesse destavano i personaggi di cronaca nera, ladri e assassini, briganti e ribelli. Molti soggetti sono tratti dalla scena culturale, soggetti teatrali, Shakespeare era di gran voga, ma anche circensi, attori di rivista e dell’opera, sportivi. Infine una serie di soggetti non legati ad eventi contemporanei, con funzione esclusivamente decorativa come animali, molto diffusi i cani, generalmente in coppia simmetrica, ma anche elefanti e cavalli; castelli e palazzi nobiliari e di personaggi in vista, spesso le dimore dei soggetti raffigurate nelle statue.
Le prime produzioni sono della fine del settecento ma la loro diffusione e le produzioni su più larga scala sono dell’ottocento, sia in epoca pre vittoriana che vittoriana. L’area di produzione, da cui il nome, è quella dello Staffordshire, regione ad est di Birmingham che ha come capoluogo la cittadina di Stafford. Ben presto il successo delle figure Staffordshire porta ad allargarne la produzione anche nelle regioni limitrofe, fino alla lontana Scozia. Si contano circa un centinaio di produttori, che introducono varianti di colore di forme e di tecniche mantenendo però inalterato il gusto e la filosofia di base.
Staffordshire non è quindi il nome di una marca di ceramiche erroneamente usata per definire uno stile, come ad esempio Wedgwood per indicare le produzioni di ceramiche neoclassiche con lavorazione a cammeo, ma il nome di uno “stile”, di svariate produzioni di ceramiche con il medesimo “gusto”, ma con centinaia di sfumature diverse.
Le figure Staffordshire possono rappresentare singoli soggetti o gruppi e composizioni complesse, diverse sono anche le dimensioni, da pochi centimetri di altezza per i pezzi più piccoli, fino ai trenta quaranta centimetri degli esemplari più grandi. Ma forse uno degli aspetti più interessanti, che rende le figure Staffordshire degli oggetti di culto per molti collezionisti, è il loro stretto rapporto con la storia e la cultura locale: i soggetti rappresentati sono sempre, o quasi sempre personaggi contemporanei, protagonisti della cronaca locale, giudiziaria, dei grandi avvenimenti mondani, degli avvenimenti storici rilevanti. Una vera e propria “iconografia dell’attualità”, nel solco della tradizionale e talvolta morbosa idolatria per i personaggi famosi tipica del mondo anglosassone.
In un periodo in cui non esisteva ancora l’immagine fotografica e la stampa, all’inizio dell’ottocento e ancor più quando nell’ottocento la stampa e l’immagine si diffondono, le figure Staffordshire rappresentavano qualcosa di molto simile alle nostrane copertine del corriere illustrato, o agli odierni rotocalchi di attualità.
I soggetti più diffusi sono quindi quelli che oggi potremmo definire soggetti storici: politici, rappresentanti della casa reale inglese ma anche reali stranieri, specie se recatisi in visita in Inghilterra, militari, ovviamente generali ma anche eroi di guerra, della guerra di Crimea ad esempio ma anche delle guerre di indipendenza italiane, Garibaldi e Vittorio Emmanuele. Molto diffusi sono tutta una serie di eroi ed eroine popolari, protagonisti di struggenti e coinvolgenti avvenimenti di cronaca, salvataggi, vendette in nome dell’onore offeso, paladini contro gli usurpatori e i lestofanti, (Rob Roy McGregor, Robin Hood) ma anche protagonisti di leggende e fiabe popolari come cappuccetto rosso o di storie d’amore contrastate. Non mancano i soggetti religiosi e le rappresentazioni sacre, talvolta in relazione ad eventi di cronaca, apparizioni o cerimonie, ma più spesso figure di santi e di prelati. Particolare interesse destavano i personaggi di cronaca nera, ladri e assassini, briganti e ribelli. Molti soggetti sono tratti dalla scena culturale, soggetti teatrali, Shakespeare era di gran voga, ma anche circensi, attori di rivista e dell’opera, sportivi. Infine una serie di soggetti non legati ad eventi contemporanei, con funzione esclusivamente decorativa come animali, molto diffusi i cani, generalmente in coppia simmetrica, ma anche elefanti e cavalli; castelli e palazzi nobiliari e di personaggi in vista, spesso le dimore dei soggetti raffigurate nelle statue.